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Lord Northbourne, agronomo e profondo conoscitore delle religioni e delle filosofie tradizionali, individua la malattia della società moderna nella rottura del legame tra l'uomo e la natura. Precursore dell'agricoltura biologica, scrisse questo libro alla fine degli anni Trenta, anticipando i problemi causati dall'industrializzazione agricola e proponendo il ritorno a un rapporto con la terra che ne rispetti i ritmi e le diversità. Come il suo contemporaneo Ernst Friedrich Schumacher, autore di "Piccolo è bello", Northbourne elabora una visione dell'esistenza incentrata sull'interrelazione tra Dio, umanità e suolo, che permetta di immaginare un modo di vita alternativo all'odierno sistema economico basato sullo sfruttamento indiscriminato e miope delle risorse naturali.